MORTARA - Capienza ridotta e bambini suddivisi in “bolle”. Così, ai tempi di una pandemia mondiale, si trasforma l’asilo nido. La parola d’ordine diventa ”sicurezza” e ai bambini non resta che imparare a leggere i sorrisi delle maestre attraverso gli occhi che spuntano sopra le mascherine. Il viaggio nella nuova normalità nell’asilo comunale, coordinato da Roberta Tambini, vede nei panni di “Cicerone” l’assessore alla pubblica istruzione Luigi Tarantola (nella foto). E’ lui che spiega quanto è stato fatto per la cura in totale sicurezza dei bimbi da zero a tre anni. Una sfida, per ora, condotta con successo. Ma a farne le spese è quel contatto fisico, quasi intimo, che da sempre lega bambini e maestre. “Era molto importante riuscire a garantire alle famiglie, ma soprattutto ai bambini, un servizio che ponesse al centro gli stimoli educativi e, allo stesso tempo garantisse il massimo grado di sicurezza. Per questa ragione la capienza dell’asilo è stata ridotta con soli 19 bambini lasciati alle cure di 6 maestre. I piccoli sono poi stati suddivisi in tre bolle. Si tratta di tre gruppi separati che non entrano in contatto. Anche nelle aree di gioco comune gli oggetti e le superfici vengono sanificati dopo l’utilizzo da parte di ogni gruppo distinto. Ovviamente i bambini non indossano la mascherina. Ce l’hanno invece le maestre che, durante la somministrazione dei pasti, mettono anche la visiera”. In questo clima molto diverso rispetto alle abitudini del passato i sorrisi sono stati sostituiti dal linguaggio degli occhi. “Abbiamo dovuto rinunciare a parte del contatto e del calore che caratterizza gli anni dell’asilo – aggiunge l’assessore – ma, per il momento ne è valsa la pena. Infatti, anche grazie ad un po’ di fortuna, non ci sono stati problemi di salute e nessuna bolla è mai stata messa in quarantena. Però non bisogna abbassare la guardia nella lotta contro un nemico subdolo e terribile come il virus”.